RACCONTI E TRADIZIONI DELLE FESTE PATRONALI

by alem36

DA SEMPRE LA BANDA E’ SINONIMO DI FESTA.

E’ sufficiente ascoltare le sue note per immaginare inconsciamente le magiche coreografie delle feste di paese, dei  tanti Santi e in particolare del Santo patrono  della propria città, piccola o grande che sia. La banda musicale rappresenta il filo conduttore che lega e introduce le varie fasi della festa patronale e ne scandisce il tempo: la marcia degli strumentisti per le vie, al mattino, segna l’inizio  dei festeggiamenti e risveglia il paese. Il passaggio tra la fiera mercato e nella piazza davanti la chiesa, l’accompagnamento della solenne processione ed il  concerto sulla cassa armonica dopo un’intera giornata di culto e devozione sono l’atteso epilogo.

Sono voci di festa, suoni e frastuoni che risvegliano il senso di appartenenza di una comunità che si ritrova e si riscopre. Voci che fanno riabbracciare parenti e amici che tornano a casa.  La festa, infatti, oltre al solenne e significativo momento religioso, rappresenta anche motivo d’incontro che esprime cultura e sentimenti.  Essa costituisce pure un importante momento di promozione del territorio e  rappresenta all’esterno la realtà di abili artigiani che col loro lavoro e la loro arte, come  quella dei luminaristi, degli artificieri, di addobbatori e apparatori religiosi, rende possibili le tanto attese serate che trattengono in piazza fino a notte interi paesi e città. In questa rubrica vogliamo dare spazio e voce alla festa e a tutte quelle figure che trasformano la serenità cittadina in un emozionante spettacolo a cielo aperto.

Incontreremo quindi i comitati organizzatori che con impegno allestiscono minuziosamente gli eventi,  i complessi bandistici, i parroci,  i maestri delle luminarie,  vere e proprie opere architettoniche luminose, gli artificieri pirotecnici che rischiarano il cielo con armoniose e sonore scie di luci, i giostrai impegnati per il divertimento di piccoli e grandi,  gli ambulanti delle  bancarelle, variopinta miscela di colori, profumi e sapori che rievocano ricordi d’infanzia e i racconti delle nonne. Sarà l’occasione per ascoltare attraverso la viva voce dei protagonisti, come la festa, nell’era della globalizzazione, è cambiata e come continuamente viene reinventata. Ascolteremo gli sforzi e i sacrifici di chi, nella continua ricerca di innovazione, cerca di tramandare un patrimonio storico-culturale notevole ai fini della valorizzazione del folclore e delle tradizioni popolari da tramandare alle future generazioni. Sarà interessante ascoltare queste voci ricordando le parole del compositore e direttore d’orchestra Ezio Bosso: -<La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare>.

                                                                                                  Mimmo Quarta

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