TORNA A LECCE LA FESTA DEI SANTI PATRONI CON IN PRIMO PIANO RITI RELIGIOSI, MUSICA BANDISTICA, LUMINARIE E FUOCHI D’ARTIFICIO

by Mimmo
Festa Sant'Oronzo Lecce

LA BANDA SUONERA’ PER LE VIE “ARCU TE PRATU”, I LUMINARISTI MONTERANNO UNA SPALLIERA LUMINOSA ALTA 22 METRI, I FUOCHI D’ARTIFICIO CHIUDERANNO COME SEMPRE LA FESTA DOPO LA MEZZANOTTE DEL 26 AGOSTO

Il programma della festa

Torna la festa dei Santi Patroni di Lecce. Una patronale sempre sentita, che riprende a scaldare i cuori dei leccesi e non solo. All’insegna della sobrietà, come da protocollo AntiCovid, la principale festa del capoluogo salentino sarà incentrata sulla tradizione con riti religiosi ma senza processione; banda, luminarie e fuochi d’artificio protagonisti. Niente fiera e niente luna-park. In assenza di un comitato organizzatore è stato il Comune di Lecce a farsi carico di organizzare la festa che commemora solennemente Sant’Oronzo e i compatroni Fortunato e Giusto in un periodo segnato dalla pandemia.

-<Nel 2018 per la prima volta l’amministrazione comunale ha deciso di farsene carico – sottolinea l’assessore con delega a spettacolo, turismo e sport Paolo Foresio, facendo il punto sulla rinnovata festa patronale – è una sfida che ha come comune denominatore il ritorno alla tradizione. Abbiamo analizzato gli elementi salienti delle feste di 50 anni fa e li abbiamo rimessi in campo: il ritorno della cassa armonica in piazza Sant’Oronzo, l’allestimento delle luminarie, i matinèe e i concerti serali della banda in cassarmonica, la banda che sfila nei quartieri e nelle marine. La banda e le luminarie sono gli elementi caratteristici delle festa, assieme ai fuochi pirotecnici che chiudono i festeggiamenti.

Paolo Foresio assessore con delega a spettacolo, turismo e sport

L’obiettivo è quello di tornare presto alla normalità – spiega Foresio – per rivivere meglio anche le feste patronali che fanno parte della nostra storia. Bisogna tramandarle ai più giovani affinché si continuino a vivere momenti di comunità sia dal punto di vista religioso che folcloristico. La banda è festa – aggiunge – è sinonimo di tradizione, di spirito di comunità. Ricordo da bambino le feste di quartiere quando al passaggio della banda tutti quanti uscivamo per strada a dimostrazione del senso di appartenenza alla comunità. La banda musicale è un elemento fondamentale su cui è indispensabile puntare e lavorare trasferendo ai ragazzi, oltre lo studio dello strumento, soprattutto la vera cultura bandistica. Il 9 febbraio dell’anno scorso abbiamo varato la costituzione del concerto bandistico “Nino Farì” Città di Lecce, a testimonianza del legame col mondo bandistico e con la tradizione. E’ motivo di orgoglio vedere la banda sfilare con lo stemma della Lupa sugli strumenti.

Menotti Corallo autore del testo di “Arcu Te Pratu”

Oggi si percepisce una grande attenzione da parte delle nuove generazioni verso la banda e la musica dal vivo in genere. Un fenomeno in crescita è quello delle street-band, intese come evoluzione extra festa patronale dell’organico bandistico.
Ora c’è bisogno di innovarsi – conclude l’assessore del Comune di Lecce, ma anche operatore musicale, – di rivedere e modernizzare il repertorio, con un vero e proprio upgrade da adattare alle diverse situazioni e attività, ma senza mai abbandonare la tradizione>.

Per le vie cittadine ed in cassa armonica sarà protagonista della tre giorni di festa il complesso bandistico “Nino Farì” Città di Lecce. La banda, per le vie cittadine, suonerà anche “Arcu Te Pratu” popolare pezzo folk, più noto come “Simu Leccesi” adottato ormai come inno di Lecce e scritto nel 1938 da Menotti Corallo su musica del fratello Gino Corallo.

La banda suonerà per le vie “Arcu Te Pratu”

-<Dopo 16 mesi di fermo forzato – sottolinea il Maestro Giovanni Pellegrini direttore e concertatore del Gran Concerto Bandistico Nino Farì – Città di Lecce – tornare a respirare l’aria della festa è un momento unico nel suo genere. Purtroppo, a causa delle restrizioni Covid, la banda sta affrontando una stagione senza aver avuto la possibilità di provare il nuovo repertorio. Pertanto, mi sono affidato alla professionalità della formazione, portandone avanti i “cavalli di battaglia” tra cui Barbiere di Siviglia, La Traviata, Rigoletto, Nabucco. Abbiamo arricchito il repertorio con marce sinfoniche non più eseguite e parallelamente abbiamo aggiunto delle composizioni più attuali, che a mio parere, rappresentano la modernizzazione di una antica tradizione, scritte da Piantoni, Orsomando, Abbate, Miraglia, Di Zenzo, Centofanti, per citarne alcuni.

Il Maestro Giovanni Pellegrini

Tra le tante trascrizioni che mi onoro di aver diretto nelle più blasonate compagini bandistiche – aggiunge Pellegrini – sicuramente un posto particolare nel mio intimo lo hanno Puccini con Boheme e Turandot, Leoncavallo con I Pagliacci e Dvorak con la sinfonia Dal Nuovo Mondo. A queste opere sono particolarmente legato poiché, riportano alla mente i miei anni alla guida della banda organizzata dal compianto Arnaldo Gloria, che mi ha reso protagonista nelle piazze del centro e del sud d’Italia. Il segreto di questa nuova banda che dirigo – confida poi il Maestro Giovanni Pellegrini – dedicata al Maestro leccese Nino Farì, è sicuramente la scelta qualitativa fatta dall’organizzazione. La nostra squadra si è affidata a professionisti del settore che fanno di questo concerto bandistico un vero capolavoro. Inoltre, il grande affiatamento del gruppo, lo rendono una grande famiglia nella quale mi sono sentito sin da subito un componente. La banda – conclude il direttore del concerto leccese – ha un progetto ambizioso: creare una compagine che non sia solo relegata ai contesti nella quale siamo abituati a vederla. Oltre alle feste patronali mira ad espandere il suo ruolo, avendo un organico di professionisti, anche in contesti differenti come teatri e sale da concerto>.

Le luminarie sono un’altra componente essenziale della festa di Sant’Oronzo. Gli apparatori, tra l’altro, installeranno una spalliera luminosa lunga 32 metri e alta 22.  -<C’è una lenta ripresa in questo settore – dice Giuseppe De Cagna noto luminarista salentino impegnato anche nell’allestimento per la patronale leccese.

Giuseppe De Cagna

L’impegno e l’entusiasmo da parte dei comitati c’è ma le incertezze organizzative per la pandemia e le ristrettezze economiche non consentono una piena ripartenza. Abbiamo chiuso un paio di contratti per i prossimi mesi al Nord e all’estero che ci fanno ben sperare in un graduale ritorno alla normalità. Non è stato semplice sopravvivere in questi due anni. Tante maestranze hanno lasciato perché hanno dovuto trovare altro da fare.
A Lecce – aggiunge il maestro luminarista – stiamo anche montando un arco a cornice della statua Bronzea di Sant’Oronzo vicino al Comune. Sarà un bel colpo d’occhio. Dalle crisi c’è sempre da imparare – sottolinea De Cagna – e spesso si riparte più forti di prima con impegno e passione. Stiamo cercando di diversificare e rendere le feste leggermente meno tradizionali creando delle vere e proprie sculture di luce raffiguranti motivi come l’abbraccio, l’amicizia, il ritorno alla vita. L’intenzione è anche quella di creare dei veri e propri musei a cielo aperto dove si possano ammirare queste sculture non solo durante le patronali, ma durante tutto l’anno. Un’opera intitolata “Riabbracciamoci” è visibile presso l’ospedale Vito Fazzi di Lecce, altre sono collocate per tutto il mese di agosto a Otranto, Tricase, Galatina, Maglie, Casarano e Gallipoli>.

Mimmo Quarta

scultura di luci “Riabbracciamoci”

La banda “N. Farì” Città di Lecce

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