TERESA PROCACCINI MUSICISTA DI ORIGINE PUGLIESE NOTA NEL MONDO PER LA SUA PRODUZIONE PER SYMPHONIC BAND. Ce ne parla Giuseppe Gigante docente di composizione al Conservatorio di Lecce dopo l’interessante seminario svoltosi a Trepuzzi (Lecce)

by Mimmo

La banda musicale è stata al centro di un seminario di studi tenutosi dal 12 al 15 luglio a Trepuzzi (Lecce). L’appuntamento dal titolo “Apollo Lands Network for Traditions and Heritage Music” con progetto finanziato dal Programma di Cooperazione Europea Grecia-Italia con il Comune di Trepuzzi partner e capofila il Comune di Acquaviva (Bari) è risultato molto apprezzato dagli operatori del settore e dal pubblico. Tra i tanti interventi da parte di esperti di settore c’è stato quello del professore Giuseppe Gigante  docente di composizione al Conservatorio Musicale “Tito Schipa” di Lecce. Gigante si è soffermato su “La produzione per Symphonic Band di Teresa Procaccini”. Il Maestro Giuseppe Gigante, così, esplica il suo interessante intervento al simposio sulla produzione di una musicista di origine pugliese:

Teresa Procaccini, originaria di Cerignola (Foggia)

Teresa Procaccini, nata a Cerignola (Foggia) il 23 marzo 1934, è autrice di una vasta produzione che comprende opere liriche, sinfoniche, da camera, per banda, symphonic band e opere didattiche, eseguite in Italia e all’estero.
Diplomata in pianoforte e organo con il M° Fernando Germani

il M.° Fernando Germani

ed in composizione con il M° Virgilio Mortari,

Virgilio Mortari

ha diretto negli anni 1971 e 1972 il Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia e sino al 2001 ha insegnato composizione al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Premiata in concorsi nazionali ed internazionali, ha tenuto corsi di perfezionamento in composizione presso il Festival di Città di Castello, l’Accademia “Respighi” di Assisi, gli “Internationalen Meisterkursen” di Düren inGermania, l’Estate Musicale Frentana di Lanciano (Chieti). Le sue composizioni sono edite da numerose case editrici di buona parte del mondo. Numerosissime sono le sue incisioni. Notevole la produzione musicale per ragazzi con operine didascaliche, fiabe musicali con voce recitante, canti per coro di voci bianche, la “Collana giovani strumentisti” che comprende pezzi per archi, fiati, percussione, pianoforte a 4 mani con CD allegati e volumi didattici con musicassette. Ha scritto commenti musicali per lavori teatrali e per la Rai. Teresa Procaccini

un’immagine giovanile di Teresa Procaccini

appartiene a un folto gruppo di compositori tradizionalisti, cioè legati profondamente al linguaggio tonale, il che è una caratteristica di questi autori di per sé né buona né cattiva, semplicemente una caratteristica ed anche in indirizzo estetico nei quali è per loro più naturale esprimersi. Sono i docenti che quando io ero allievo era più facile trovare nei conservatori, specialmente da noi in Puglia. Ad esempio io ho cominciato a studiare con Raffaele Gervasio, ho proseguito brevemente con Ottavio De Lillo,

Ottavio De Lillo

Mauro Cardi

Giacomo Manzoni

Franco Donatoni

Raffaele Gervasio

per continuare poi con Mauro Cardi, Luciano PelosiGiacomo Manzoni e Franco Donatoni. Di questi musicisti De Lillo, Gervasio e Pelosi avevano mantenuto continuità con la tradizione musicale, erano “tradizionalisti”. Per questo tipo di musicisti sarebbe stato connaturato confluire nella composizione di musica per banda da concerto, ma di questi solo Teresa Procaccini ha avuto l’intuizione e l’elasticità mentale di farlo. Teresa Procaccini si è sempre dichiarata estranea agli esiti più radicali cui sono approdate le avanguardie del secondo Novecento, preferendo ritagliarsi un percorso autonomo, ancorato al sistema tonale ma sensibile alle novità linguistiche del XX secolo. Se la produzione giovanile è caratterizzata dall’uso frequente di stilemi della musica jazz, nelle pagine della maturità, specie dagli anni ’80 in poi, la decifrabilità della melodia, elemento irrinunciabile per l’autrice, viene occultato e decomposto tra le voci e i vari strumenti. Ne risulta una musica dal tratto più tormentato e spigoloso, che ben riflette le inquietudini del presente.

Teresa Procaccini

Approfondiamo la conoscenza di due pezzi, simili tra loro e tali da costituire quasi un “genere”: la Fantasia Romantica per pianoforte e symphonic band, Op. 145, anche arrangiata per pianoforte e orchestra col titolo “Sentimental Day” Op. 206 e la Rapsodia Americana per pianoforte e symphonic band, Op. 147, pure arrangiata per pianoforte e orchestra col titolo “New York Picture” Op. 203. Entrambe sono strutturate in modo simile: un prima parte molto romantica e sentimentale, legata, nella Fantasia Romantica, alla musica di Tchaikowski, mentre nella Rapsodia Americana vengono più in mente il concerto di Addinsel o i musicals di Broadway, una seconda parte molto vivace, con tema mutuato da quello della prima parte in uno stile che ricorda le parti più vivaci e ritmiche della “Rapsody in blue” di Gershwin, cui segue una ripresa della prima parte. Da sfondo a questi magnifici pezzi, ci sono la forma sonata e il modello della “Rapsody in blue”, posto poi che Teresa Procaccini ha un evidente amore per questo genere musicale e per gli Stati Uniti in generale, come testimoniano i suoi numerosi pezzi “americani”. Tutto ha origine nel 1941 col “Concerto di Varsavia” di Richard Addinsell,

Richard Addinsell

nato come colonna sonora del film “Dangerous Midnight”. Tale colonna sonora diviene e inaugura un genere musicale che con un colpo di intuito geniale la Procaccini vira nel repertorio per banda prendendo spunto soprattutto da Gershwin e dai musical americani, componendo e creando un nuovo genere di composizione per pianoforte e symphonic band.

Teresa Procaccini

La Fantasia Romantica segue la forma sonata tripartita e bitematica con una parte centrale che non è un vero e proprio sviluppo ma una variante alla ”Gershwin” del tema, cui segue la ripresa. La Rapsodia Americana è una sequenza di tema e variazioni. C’è da dire che per Rapsodia Americana, Batt. 1-24 tema andante maestoso, si tratta di un tema che ricorda i musical o le commedie musicali alla Fred Astaire e Ginger Rogers,

Fred Astaire e Ginger Rogers storici ballerini e cantanti

in mi b maggiore. Batt. 25-40 andante espressivo ha la prima variazione in stile “Broadway”, più intimistica, del tema. Batt. 41-100 allegro vivo, seconda variazione ha stile “

George Gershwin autore di Rapsodia in Blu

”, Batt.101-133, terza variazione, molto più ritmica. Batt. 134-161, moderato espressivo. Quarta variazione. Il modello qui è Racmaninoff con una citazione letterale del secondo concerto a batt. 155-160.Batt. 162-185 Andantino. Ancora una variazione, la quinta, alla Rachmaninoff,

Sergej Rachmaninoff

il modello sono i suoi preludi. Batt 186-209 andantino. Sesta variazione, stretta finale vivace e virtuosistica con un vertiginoso accelerando finale. Il modello torna classico, più alla Tchaikowsky. Fantasia Romantica Il brano, in mi b maggiore, come detto, è in forma sonata. Batt.1-40 andante maestoso-andante primo tema, andante espressivo, in Fa maggiore, secondo tema. Batt. 65-104 allegretto, La maggiore. Lo sviluppo è sostituito da variazione del primo tema alla Gershwin con un piccolo sviluppo cui segue una piccola cadenza solistica. Batt. 105-118 allegretto-allegro. E’ una cadenza per pianoforte in ottave che riprende analoghe sequenze del primo concerto per pianoforte di  Pyotr Ilyich Tchaikovsky

Pyotr Ilych Tchaikovsky

. Batt. 119-134 allegretto. Ripresa in mi b maggiore. Batt.135 -149. Poco meno. Transizione alla Rachmaninoff che collega al secondo tema. Batt. 150-174. Andante espressivo. Secondo tema in sol b maggiore (poi re maggiore, batt.158). Finché la tonalità è “difficile” suonano prima solo una tromba poi l’oboe. Batt. 175-192 andante maestoso. Conclusione in mi b maggiore con l’entrata di tutti gli strumenti e la ripresa del primo tema. Batt. 193-205 Stretta finale in stile smaccatamente gershwiniano. Insomma quasi una “citazione letterale” del coinvolgente finale della Rapsodia in Blue.

Giuseppe Gigante

 

Giuseppe Gigante docente di composizione

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